Iphigenia in Aulide
Testo e imagoturgia Francesco Pititto
con Valentina Barberini e Debora Tresanin
Produzione Lenz Fondazione
È un’opera contemporanea che smaschera i meccanismi del potere, mostrando quali violenze le figure maschili possono compiere pur di esercitare la propria dominanza sul corpo femminile. Si tratta di una riscrittura scenico-musicale tratta dalla tragedia di Euripide e dall’opera tardo settecentesca di Christoph Willibald Gluck. Contrapposta alla violenza patriarcale, la debole forza di Iphigenia rappresenta la più alta funzione morale. Inizialmente preda terrorizzata di fronte all’atrocità del sacrificio, da vittima innocente si trasmuta in soggetto poetico e politico pienamente consapevole del proprio destino di morte. L’installazione scenica è costituita da un altare materico ‘tenero e crudele’ ispirato alle opere organiche di Joseph Beuys; alle spalle della scena una iconostasi ritrae vecchie divinità ammutolite davanti alla strage che sta per compiersi. Come la cerva ferita a morte, una generazione senza identità corre incontro al proprio destino tragico.